Colao: “Un cloud unico per la PA entro il 2022. E il Green Pass arriverà sul telefono”.

di Bruno Ruffilli da ITALIAN TECH del 24 MAGGIO 2021

Il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale ospite del direttore Riccardo Luna per il primo incontro di Italian.tech

“Abbiamo deciso di creare un cloud unico per la PA con giurisdizione italiana e con l’accesso alle migliori tecnologie internazionali, perché sappiamo tutti che le migliori tecnologie non sono italiane”. Il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao è ospite per il primo incontro di Italian.tech, il nuovo hub di tecnologia del gruppo GEDI. In conversazione con il direttore Riccardo Luna e con Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, spiega di aver preso contatti con diverse aziende italiane e internazionali: “Entro fine giugno cominceremo la valutazione e nel 2022 la struttura sarà operativa”. 

L’annuncio è importante, perché oggi sono oltre 11 mila i data center utilizzati dalla Pubblica Amministrazione, e non tutti molto sicuri. “La filosofia del PNRR è avere il governo, i privati, e i grandi provider internazionali al lavoro insieme”. 

Il Cloud unico rientra in un grande processo di semplificazione: “Sentiamo dire tutti i giorni dire che fare qualcosa è complicato, col Decreto Semplificazione cerchiamo di dare certezza dei tempi, risposte sicure, ma anche interoperabilità delle banche dati. In una parola, semplificazione vuol dire rendere il Paese più facile per imprese e i cittadini”. Ma perché l’Italia è così complicata? “Per due motivi – spiega Colao – primo, una cultura formalistica fatta di controlli ex ante anziché ex post. Meglio dare più soldi a polizia e carabinieri per controllare chi sgarra che rallentare tutto. Questo è l’altro problema: la lentezza”. Lentezza nei processi decisionali, nella giustizia, ma pure nell’attività del governo, che per ammissione dello stesso ministro non è al passo con le trasformazioni digitali.

Un cambio di passo è arrivato però di recente, quando la pandemia ha spinto gli italiani a usare la tecnologia come mai prima: “Lo smart working rimarrà, c’è un indubbio vantaggio nella socializzazione diretta, ma credo che in futuro un paio di giorni alla settimana sarà possibile lavorare da casa, e sarà un vantaggio anche per l’industria: le piccole aziende potranno crescere senza aver bisogno di spazi e strutture più grandi, è una grande opportunità”. 

A livello dei singoli, 11 milioni di italiani hanno scaricato l’app IO, oltre 20 milioni hanno lo Spid. E anche Immuni, vista dal ministro, non è un flop: “Ha fallito come app di contact tracing, ma ha avvicinato gli italiani al digitale”. Potrebbe tornare utile arricchendosi del Green Pass, che dovrebbe essere visibile anche da IO (“L’interfaccia del mondo con la PA”, la definisce Colao). Ma per il Green Pass non sarà necessario scaricare un’applicazione, basterà un codice QR sullo smartphone. 

“Eppure – rileva Luna – da 15 anni parliamo di fascicolo sanitario, scuole online, altre promesse del digitale. Cosa abbiamo sbagliato?” “Viviamo in uno Stato decentrato, e non c’è niente di sbagliato in questo. Però serve un’autorità centrale che decida come le regioni e le istituzioni interagiscano tra loro”. Questo permetterebbe anche di rendere più facili le vaccinazioni in vacanza, chiede Molinari? “Ci stiamo provando”, risponde Colao. “Bisogna preservare il controllo del flusso logistico, non possiamo mettere a repentaglio il lavoro eccellente di Figliuolo, dobbiamo collegare fra loro i vari sistemi”. Il ministro non pensa solo alla salute: “Per la prima volta abbiamo i fondi per rinnovare profondamente la PA. È un lavoro enorme, ma avremo un gruppo di quasi 300 persone, tecnici digitali che aiuteranno i Comuni nella trasformazione digitale. È un enorme progetto di cambiamento, e gli amministratori locali si adegueranno, daremo loro una chance e prevederemo sanzioni per chi non si adegua”. 

Una sola regia anche per il 5G, con buona pace dei Comuni che hanno vietato l’installazione di antenne per la rete cellulare di nuova generazione: “Abbiamo sentito sciocchezze terribili sul 5G, e questo è un problema. Si tratta di frequenze radioelettriche che funzionano come quelle attuali, anzi sono meno invasive. Non possiamo lottare contro le affermazioni non scientifiche ma mi domando se i cittadini che vedranno le scuole non connesse, le industrie ferme nel passato, i servizi lenti e farraginosi poi chiederanno conto di questo agli amministratori che non hanno voluto le antenne sul loro territorio”. C’è una via al 5G che non passi per la Cina? “Certo, e passa per aziende come Ericsson e Nokia, spiega il ministro”. Ma nel giro di qualche anno cominceremo ad avere una separazione tra hardware software e potremo usare un fornitore per l’uno e uno per l’altro. Come Governo abbiamo l’obbligo di essere presenti a qualche livello: non credo che si riesca a fermare la tecnologia, dobbiamo cavalcarla, capire, studiare e investire”.

Il PNNR è un’opportunità unica: quasi 50 miliardi di euro per disegnare l’Italia digitale, di cui 6,7 miliardi per la connettività e 6,7 miliardi per i Comuni. “Non siamo messi male come sembrerebbe dal Desi”, per Colao. Il Digital Economy And Society Index vede l’Italia quartultima in Europa, ma il ministro punta in alto, e per la fine del suo mandato vorrebbe il nostro Paese nel  gruppo dei primi dieci”. Ricorrendo anche al mondo del volontariato, con il servizio civile digitale

In più, spiega il ministro, “raccogliere firme col digitale sarà più facile e immediato, semplificherà enormemente altri processi che oggi sono lenti e frustranti”. Arriva qualche ora dopo la replica di Marco Gentili, Presidente Ass. Coscioni e Mario Staderini, richiamando la decisione del Comitato diritti umani dell’ONU, che ha condannato l’Italia per le restrizioni sui referendum nel maggio 2020: “Bene l’impegno del Ministro a realizzare la piattaforma governativa per le firme online nei tempi già previsti, cioè dal 1 gennaio 2022. Però è troppo tardi: occorre riconoscere da subito la validità delle firme digitali raccolte autonomamente dai Comitati promotori.
La legge italiana sulla raccolta firme del 1970 (ben 51 anni fa!) impedisce infatti ai cittadini di depositare referendum negli ultimi due anni di legislatura: perché aspettare allora il 2022 quando di fatto non potranno essere raccolte referendarie?”
Sollecitato da Molinari, Colao interviene poi sulla blockchain: “E’ una grande opportunità, ci sono mille applicazioni che sarebbero più eque e più democratiche se fossero gestite con la blockchain, come i contratti. Il Bitcoin invece mi lascia perplesso per l’aspetto dall’anonimato: nessuna applicazione al mondo è migliore se è anonima, e ad esempio i riscatti per i ransomware sono richiesti in Bitcoin. L’ideale sarebbe avere una criptovaluta europea, e ci si sta già muovendo in questa direzione”. 

Qui il direttore Riccardo Luna ha consegnato al ministro una copia digitale della prima homepage di italian.tech registrata con NFT (Non Fungible Token). La prima homepage unica e irripetibile, come fosse un’opera d’arte digitale. “Ecco un’applicazione buona della blockchain”, ha commentato Colao. 

Una risposta a “Colao: “Un cloud unico per la PA entro il 2022. E il Green Pass arriverà sul telefono”.”

  1. Al passo con i tempi, anticipandoli dove possibile, il recovery è una opportunità da cogliere. l’Italia adesso può farcela. Le persone competenti al posto giusto utilizzando il meglio delle risorse disponibili questa è la sfida 😊

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