Conte ha firmato il nuovo Dpcm, restano le 3 macro aree, ma parrucchieri aperti anche nelle zone rosse.

ItaliaOggi – Italia Oggi – mercoledì 4 novembre 2020

IL PRESIDENTE GIUSEPPE CONTE AL QUESTION TIME ALLA CAMERA

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm per il contenimento della pandemia da coronavirus in Italia. Il testo sarà pubblicato in Gazzetta nelle prossime ore, avrà validità fino al 3 dicembre. Attesa per oggi una conferenza stampa del premier. L’impianto del provvedimento prevede misure uguali per tutto il territorio nazionale come il coprifuoco che scatta dalle 22 alle 5 del mattino e la didattica a distanza per le scuole superiori, e norme regionali che saranno calibrate a seconda dell’indice dei contagi e della tenuta del sistema sanitario, a cominciare dai posti disponibili nelle terapie intensive. Sono così rimaste le tre diverse zone di restrizioni. In giornata dovrebbe arrivare l’ordinanza del ministero della Salute che individua le tre fasce di Regioni – rossa, arancione e verde – a seconda del rischio sanitario e della capacità di risposta del sistema. Alle perplessità manifestate fino all’ultimo dalle Regioni il governo ha risposto con una lettera firmata dai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza che assicurano il coinvolgimento, attraverso la cabina di regia, di ciascuna regione nella definizione delle misure più stringenti. Tra le, poche, cose che sono cambiate nel Dpcm firmato dal premier rispetto alla bozza circolata ieri pomeriggio, c’è la possibilità per i parrucchieri di rimanere aperti anche nelle regioni che saranno classificate come “zone rosse”, ossia quelle con le maggiori restrizioni e i negozi chiusi, tranne queli di alimentari e prima necessità.

I governatori ritengono eccessivi i poteri in capo al ministero della Salute, che può disporre l’entrata e l’uscita delle Regioni dalle fasce piú critiche, e che vengano quindi esautorati i poteri in capo agli Enti locali. Nel provvedimento, spiegano, ci sono misure che “destano forti perplessitá e preoccupazione” e che “comprimono ruolo e compiti delle Regioni”, attribuendo “al Governo ogni scelta e decisione sulla base delle valutazioni svolte dagli organismi tecnici”.
Per questo motivo è “indispensabile instaurare un contraddittorio per l’esame dei dati con i dipartimenti di prevenzione dei servizi sanitari regionali prima della adozione degli elenchi delle Regioni” caratterizzate da scenari elevata o massima gravitá. Secondo le Regioni, si legge sempre nel parere, “Non appaiono chiare le procedure individuate” e “le tempistiche con le quali viene declassificato il livello di rischio”. Per questo è importante che le regioni possano “partecipare al percorso di analisi”, anche per la “ricaduta delle misure a livello regionale”. A tentare di calmare le acque è intervenuto il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, che ha spiegato che “le indicazioni sono chiare sia per le norme nazionali che per le restrizioni territoriali, che
scatteranno automaticamente sulla base della valutazione scientifica. Le Regioni saranno coinvolte e anche i ristori saranno automatici e tempestivi per quei territori che subiranno due o tre settimane di stop”.

Il primo a reagire è il sindaco di Milano, Beppe Milano. “Il presidente del Consiglio ha firmato il nuovo Dpcm che contiene le misure di contenimento del contagio a livello nazionale e ulteriori misure, piú stringenti, per le aree a rischio alto, fra le quali pare evidente ci sará la Regione Lombardia e la nostra cittá. Come ho sempre detto, le decisioni del Governo vanno rispettate e applicate. La tutela della salute dei cittadini è il primo bene da proteggere e noi continueremo a lavorare perchè queste disposizioni siano osservate da tutti i milanesi. Si tratta certamente di misure severe”, ha detto, aggiungendo che “accolgo con favore la conferma delle lezioni in classe per gli studenti fino alla prima media. “Continuerò a battermi affinchè gli aiuti a favore di tutte le categorie penalizzate dalla chiusura vengano immediatamente erogati. Per questo sono pronto da subito a farmi portavoce delle loro istanze in tutte
le opportune sedi”. “Milano anche questa volta rispetterá le decisioni del Governo e lavorerá unita per uscire al piú presto da questa difficile situazione.
Ogni giorno da Palazzo Marino mi assicurerò che ciò avvenga”, ha concluso il primo cittadino di Milano.

Reagiscono anche le opposizioni. “Chiudere tutti a casa è una sconfitta per il Paese. Io difendo il diritto alla salute ma anche il diritto alla speranza e al
lavoro ed ho il dovere di fare di tutto per evitare una nuova chiusura”, afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, ad Agorá su Rai 3. “Io sono al lavoro da stamattina presto per evitare chiusure totali che sarebbero la rovina per milioni di famiglie italiane. Terapie a domicilio e tamponi a domicilio, meglio curare che rinchiudere gli italiani”, conclude il leghista.