Decreto Natale: stop agli spostamenti tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il dl che permette all’esecutivo di fermare gli spostamenti tra le regioni. Allunga la durata della validità delle misure anti-Covid: da 30 a 50 giorni. A Natale, Santo Stefano e il 1° gennaio vietato uscire dal proprio Comune. Niente cenone in albergo.

di Valeria Forgnone – LA REPUBBLICA – 02 DICEMBRE 2020

“Senza misure rigorose durante le feste, ci ritroveremo a febbraio con una terza ondata peggiore della seconda”, è il concetto che va ripetendo il ministro della Salute Roberto Speranza. Ci siamo quasi. Il governo ha emanato il decreto che blocca gli spostamenti nel periodo delle festività natalizie, composto da due soli articoli e approvato dal Cdm iniziato verso le 22 con più di un’ora di ritardo, cornice normativa del prossimo Dpcm in vigore dal 4 dicembre. Vietato viaggiare tra regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, vietato lo spostamento tra Comuni nelle giornate del 25 e 26 dicembre e 1 gennaio e vietato recarsi nelle seconde case. A Capodanno coprifuoco fino alle 7 del mattino. Il governo ha anche allungato la durata della validità delle misure anti-Covid. “In primo luogo – si legge nel decreto – si interviene sul termine massimo di durata, che da 30 diventa di 50 giorni, delle misure per fronteggiare nel modo più efficace l’emergenza”. Il blocco degli spostamenti non impedirà comunque nel periodo natalizio di tornare a casa propria.

Divieto di mobilità tra regioni

Dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si potrà più spostare neppure tra regioni gialle. Saranno permesse deroghe per ritornare ai luoghi di residenza o domicilio e sempre e comunque per tornare alla propria abitazione, si legge nel decreto. Restano sempre le eccezioni per motivi di necessità, lavoro o salute.

No a spostamenti tra Comuni a Natale e Capodanno

Il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio sarà proibito anche spostarsi dal Comune nel quale ci si trova, che sia quello di residenza, domicilio o meno. Nel dl si legge: “Nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1 gennaio 2021 è vietato ogni spostamento tra Comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. “È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”. Come detto, la notte di San Silvestro sarà di totale coprifuoco, dalle 22 alle 7.

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A Natale stop a seconde case fuori Regione

Stretta agli spostamenti verso le seconde case nel periodo delle festività, come prevede il decreto legge Covid. Dal 21 dicembre al 6 gennaio sarà consentito tornare presso la propria abitazione fuori Regione, ma non ci si potrà spostare “verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1 gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune”.

A Natale possibili misure restrittive non legate a colori

Con i Dpcm, nel periodo dal 21 dicembre al 6 gennaio, si potranno adottare misure restrittive per tutto il territorio nazionale indipendentemente dalle fasce di rischio caratterizzate dai diversi colori, si legge nel dl.

Ristoranti aperti a pranzo nelle festività

Restano chiusi bar e ristoranti dalle 18, che però a Natale, Santo Stefano, primo e 6 gennaio saranno aperti a pranzo, su insistenza di Davide Faraone di Italia viva, con il limite probabile dei quattro commensali.

Ristoranti chiusi negli hotel a Capodanno

La novità di ieri, a termine del lungo vertice a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e i capidelegazione di maggioranza, è stato il divieto di uscire dal proprio Comune di residenza il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio, come anticipato da Repubblica. Ora ce n’è un’altra: la chiusura dei ristoranti negli alberghi per la serata di Capodanno: per i clienti solo servizio in camera. Un modo per evitare un escamotage a cui molti stavano ricorrendo per festeggiare l’ultimo dell’anno fuori casa.

Coprifuoco alle 22 e ristoranti chiusi la sera

Tra le misure che dovrebbero essere confermate nel nuovo Dpcm c’è il coprifuoco fissato alle ore 22, fino alle 5 del mattino successivo se non per motivi di necessità, lavoro o salute, anche a Natale. Fino alle 7 a Capodanno: a rischio quindi il cenone della vigilia anche nelle case in modo da evitare tavolate tra parenti e spostamenti vari. I bar e ristoranti chiuderanno alle 18 come avviene ora anche nelle regioni gialle e come dovrebbero diventare tutte le altre entro le festività. Ma potranno restare aperti per il pranzo di Natale e Santo Stefano, 1 e 6 gennaio.

Messe natalizie entro le 20

Con il coprifuoco confermato alle 22, le messe natalizie inizieranno entro le 20. “Si dovrà concludere presto entro l’orario per rientrare a casa per il coprifuoco alle 22. Quindi verso le 20.30. È una decisione presa in accordo con la Cei, la quale ha capito perfettamente l’esigenza”, ha precisato la sottosegretaria dem alla Salute Sandra Zampa, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

Negozi aperti fino alle 21

Potrebbe essere spostato alle 21 l’orario di chiusura dei negozi questo per permettere di allungare lo shopping natalizio, con ingressi sempre contigentati per evitare gli assembramenti. I centri commerciali saranno aperti nei fine settimana fino al 20 dicembre, ma chiusi nelle festività natalizie.

Chiuse le piste da sci

Niente vacanze di Natale sulla neve. Il governo è intenzionato a non consentire l’apertura degli impianti sciistici per il rischio assembramenti. Il ministro Speranza ha ribadito: il problema non sono gli impianti, ma le situazioni di socialità che inevitabilmente verrebbero a crearsi.

Ristoranti aperti a pranzo nelle festività

Restano chiusi bar e ristoranti dalle 18, che però a Natale, Santo Stefano, primo e 6 gennaio saranno aperti a pranzo, su insistenza di Davide Faraone di Italia viva, con il limite probabile dei quattro commensali.

Ristoranti chiusi negli hotel a Capodanno

La novità di ieri, a termine del lungo vertice a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e i capidelegazione di maggioranza, è stato il divieto di uscire dal proprio Comune di residenza il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio, come anticipato da Repubblica. Ora ce n’è un’altra: la chiusura dei ristoranti negli alberghi per la serata di Capodanno: per i clienti solo servizio in camera. Un modo per evitare un escamotage a cui molti stavano ricorrendo per festeggiare l’ultimo dell’anno fuori casa.

Coprifuoco alle 22 e ristoranti chiusi la sera

Tra le misure che dovrebbero essere confermate nel nuovo Dpcm c’è il coprifuoco fissato alle ore 22, fino alle 5 del mattino successivo se non per motivi di necessità, lavoro o salute, anche a Natale. Fino alle 7 a Capodanno: a rischio quindi il cenone della vigilia anche nelle case in modo da evitare tavolate tra parenti e spostamenti vari. I bar e ristoranti chiuderanno alle 18 come avviene ora anche nelle regioni gialle e come dovrebbero diventare tutte le altre entro le festività. Ma potranno restare aperti per il pranzo di Natale e Santo Stefano, 1 e 6 gennaio.

Messe natalizie entro le 20

Con il coprifuoco confermato alle 22, le messe natalizie inizieranno entro le 20. “Si dovrà concludere presto entro l’orario per rientrare a casa per il coprifuoco alle 22. Quindi verso le 20.30. È una decisione presa in accordo con la Cei, la quale ha capito perfettamente l’esigenza”, ha precisato la sottosegretaria dem alla Salute Sandra Zampa, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.

Negozi aperti fino alle 21

Potrebbe essere spostato alle 21 l’orario di chiusura dei negozi questo per permettere di allungare lo shopping natalizio, con ingressi sempre contigentati per evitare gli assembramenti. I centri commerciali saranno aperti nei fine settimana fino al 20 dicembre, ma chiusi nelle festività natalizie.

Chiuse le piste da sci

Niente vacanze di Natale sulla neve. Il governo è intenzionato a non consentire l’apertura degli impianti sciistici per il rischio assembramenti. Il ministro Speranza ha ribadito: il problema non sono gli impianti, ma le situazioni di socialità che inevitabilmente verrebbero a crearsi.

Crociere vietate

Vietato il Natale sulle piste da sci ma anche in crociera. Il governo ha deciso di proibire i viaggi sugli hotel del mare.

Quarantena per chi torna dall’estero

Dal 20 dicembre potrebbe scattare la quarantena per chi torna dall’estero, una misura pensata soprattutto per chi voglia andare a sciare in Svizzera – che ha tenuto le piste aperte – o in Paesi dell’Unione europea, come Slovenia.

I nodi da sciogliere

Tra i nodi da sciogliere, c’è sicuramente la questione della scuola. Il premier insiste per riaprire le superiori il 14 dicembre. Ma non trova tutti d’accordo: le lezioni torneranno in presenza con ogni probabilità dopo l’Epifania, ossia il 7 gennaio. Nel prossimo Dpcm ci saranno misure “per un graduale rientro a scuola al quale stiamo lavorando in queste ore”, ha garantito la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina all’incontro col Forum degli Studenti e i coordinatori regionali delle Consulte studentesche. Mentre Zampa commenta: “Le scuole superiori potrebbero riaprire a metà dicembre, ci sono discussioni in corso. Per me sarebbe meglio aprirle a gennaio, dobbiamo prima progredire nei risultati perché l’obiettivo non è stato ancora raggiunto”.

Altro tema che fa discutere, soprattutto all’interno della maggioranza, sono i ricongiungimenti familiari con eventuali deroghe negli spostamenti tra regioni, rigorosamente vietati dal 21 dicembre al 6 gennaio. Al momento sembra prevalere le linea dura: vietato viaggiare per ricongiungersi con i parenti nei luoghi in cui non si è residenti “salvo ragioni di necessità come assistere un genitore solo, che richiederanno l’autocertificazione – come spiega il sottosegretario dem alla Salute, Sandra Zampa, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7 -. E due congiunti che abitano in due regioni diverse ma gialle e partono prima del 20 dicembre, potranno vedersi”.

E per restare in famiglia, l’altro dibattito in corso è sul numero di persone a tavola durante le feste: la raccomandazione che prevale è quella di pranzare e cenare solo con i conviventi, è la stessa Zampa a precisare: “Non indicheremo limiti per il numero di persone a tavola ma sconsiglierei di aprire ai non conviventi. Aiutarsi questa volta significa rinunciare a vedersi”.

da LA REPUBBLICA del 2/12/2020 – di Valeria Forgnone