I nonni raccontano. Favole al computer con i disegni dei bambini. (parte 1°)

Presentiamo un libro “digitale” nato grazie ai nonni, ai bimbi, ai nipotini e alle maestre che dal mese di marzo 2020 hanno partecipato all’iniziativa Ai bimbi una fiaba, ai nonni un disegno promossa dal sito www.libereta.it.In quel periodo, in Italia, quasi tutti siamo stati costretti per un lungo tempo a non uscire di casa e a non incontrarci per il rischio di rimanere contagiati dal virus Covid-19 che stava provocando tante sofferenze. Proporre ai nonni di scrivere una fiaba e ai nipoti di disegnarla era un po’ come consentire loro di incontrarsi di nuovo, anche se lontano gli uni dagli altri.

Con i colori e con la fantasia, in molti hanno risposto al nostro invito e oggi ci hanno permesso di raccogliere una parte di racconti, filastrocche e disegni che via via, nel corso dei mesi, sono giunti alla redazione e poi pubblicati. Quel tempo così triste non è ancora passato ma l’affetto che ogni nonno e ogni bambino si sono regalati con la loro creatività, lo portiamo in questo libro come un dono, un augurio e una speranza per tutti.

Pubblichiamo qui la prima favola del libro. Lo stesso (la prima parte) lo si può leggere e scaricare dalla Bibliteca di SeNonSaiNonSei a QUESTO INDIRIZZO. La seconda parte sarà pubblicata a breve. BUONA LETTURA!

Il cuore del guerriero

di Giovanna Bigalli
disegno di Mirta, prima elementare

C’ERA una volta un paese da qualche parte del mondo, un paese qualunque, dove tutti vivevano tranquilli, ognuno con i suoi impegni e i suoi passatempi, dove si volevano bene, anche se ogni tanto litigavano; i bambini erano bambini come in tutto il mondo: giocavano e andavano a scuola e appena potevano non stavano né fermi né zitti né buoni.

Un bel giorno, che bello non fu, si cominciò a sentir dire che in un paese molto lontano era apparso un terribile mostro che divorava le persone, ma ciò che davvero spaventava era la sua invisibilità. Le persone scomparivano misteriosamente, come per una cattiva magia, e nessuno sapeva come difendersi. Tutti ne parlavano e pensavano, pensavano…ma come si fa a combattere un mostro invisibile? Nessuno riusciva a decidere cosa fare.

I bambini, però, leggevano storie di fantasmi, orchi e supereroi, e dissero che occorreva qualcuno molto speciale: per un mostro invisibile, un guerriero invincibile, con un’armatura magica e impenetrabile. «Che sciocchezza – dissero i grandi – cosa volete capirne voi bambini?» Ma il mostro avanzava e, sciocchezze o no, per non sapere cosa altro fare, tutti cominciarono a costruire una grande armatura di metallo. Tutti i giorni il mostro si faceva più vicino.

Era ormai quasi al confine del paese accanto, ma il guerriero non era ancora pronto. «Fateci aiutare – dissero i bambini – vogliamo costruire anche noi il guerriero! Siamo esperti di cavalieri che uccidono i draghi e di guerrieri che sconfiggono i mostri!» Ma gli adulti alzavano le spalle e scuotevano la testa. «Bambini, siete troppo piccini, queste sono cose da grandi».

Passavano i giorni e il guerriero non era pronto, e la cantilena continuava: «Bambini, siete troppo piccini!» Il mostro si avvicinava sempre di più. I grandi ordinarono ai bambini di chiudersi nelle case per nascondersi al nemico invisibile. L’armatura non era pronta. O meglio, era pronta, praticamente tutti i pezzi erano terminati. Perfetti e scintillanti di acciaio blu. Tutti i meccanismi erano collocati e sincronizzati. Ma il guerriero era fermo, arenato e immobile come una grande balena fuori dal mare.

I bambini allora confabularono tra loro, di casa in casa, nelle loro camerette invase da libri e manuali e computer su cui tutti cercavano una soluzione per mettere in piedi il grande guerriero. Ma cosa, cosa mancava al guerriero? Gli mancava un cuore, pensarono i bambini. I veri guerrieri hanno un cuore grande e coraggioso, hanno paura ma combattono ugualmente per difendere le persone che amano. Così progettarono un grande cuore e ognuno ci mise il suo pezzettino: chi un disegno, chi una poesia scritta sulla carta del quaderno, chi dei calcoli complicati, chi la foto di una vacanza felice.

Qualcuno scrisse una storia, qualcuno compose un puzzle, qualcuno raccolse un fiore o fece una ghirlanda di foglie o intrecciò margherite. Ci fu chi aggiunse le piume raccolte da un nido caduto o lo spartito di una canzone, e la foto dell’amico del cuore, una conchiglia col suono del mare e un sasso fatato raccolto in montagna. I bambini andarono tutti insieme dove i grandi costruivano il guerriero e chiesero loro: «Ma voi sapete perché state costruendo il guerriero?» Loro si guardarono pensierosi, poi rivolsero i loro sguardi incerti verso i bambini.

Allora il guerriero si alzò in piedi e in piedi rimase fermo sul confine a guardare lontano…

«Costruiamo il guerriero perché vogliamo sconfiggere il nemico e proteggervi, per restare con voi e vedervi crescere e diventare uomini e donne felici», dissero insieme l’uomo più saggio e la donna più saggia del paese. «Siete il futuro e senza di voi noi non ne avremmo più». «Allora il guerriero deve avere un cuore per trovare il coraggio di combattere – esclamarono i bambini – e glielo daremo noi!» Porsero agli adulti il cuore fatto dai pezzettini che avevano costruito: i grandi, pur molto scettici, non seppero dire di no. Misero il cuore al suo posto, nel petto d’acciaio.

Allora il guerriero si alzò in piedi e in piedi rimase fermo sul confine a guardare lontano, senza paura e senza mai stancarsi. Perché aveva un cuore. «Siamo al sicuro – dissero i bambini – possiamo tornare a casa e aspettare. Il guerriero ci difenderà!» Non sappiamo se in quel paese il mostro sia arrivato oppure no, ma tutti ricominciarono a vivere, senza paura, perché sapevano che il guerriero invincibile vegliava su di loro. I bambini erano felici perché quello che batteva dentro il petto del guerriero era il cuore che proprio loro gli avevano dato, ciascuno con il suo pezzettino.