La Sardegna prima regione in zona bianca. Rosse Basilicata e Molise, Lombardia, Marche e Piemonte arancioni.

di Cristina NadottiLA REPUBBLICA del 27 febbraio 2021

Ordinanza nell’isola in vigore da lunedì 1 marzo, ma si punta a riaperture graduali a causa dei focolai. Tre comuni sono in zona rossa: Bono, San Teodoro (fino al 10 marzo e con due giornate di screening da lunedì prossimo) e La Maddalena fino al 5 marzo. Liguria in giallo.

I numeri sono da zona bianca, e la Sardegna è la prima regione a ottenere le misure di contenimento minime, che entreranno in vigore da lunedì 1 marzo. Sono però in corso trattative per graduare il passaggio ed evitare un “liberi tutti”, cominciando con la riapertura serale di bar e ristoranti e, in seguito, di tutte le altre attività. Nella stessa ordinanza, firmata oggi, il ministro della Salute Roberto Speranza dispone anche il passaggio in area arancione di Lombardia, Marche e Piemonte e in area rossa di Basilicata e Molise. In giallo, invece la Liguria. La necessità di graduare il passaggio a zona bianca della Sardegna è determinata anche dalla presenza nell’isola di alcuni focolai dove si registra la diffusione della variante inglese del virus. In particolare sono tre i Comuni in zona rossa, tutti nel Sassarese: Bono, San Teodoro (fino al 10 marzo e con due giornate di screening da lunedì prossimo) e La Maddalena fino al 5 marzo.

In zona bianca andrebbero comunque sempre osservate rigidamente le norme sull’obbligo di mascherina e di distanziamento nei luoghi pubblici sia al chiuso che all’aperto. Tuttavia la riapertura completa potrebbe non partire da lunedì: quali saranno le modalità si saprà dopo l’incontro in corso e quando il presidente della Regione, Christian Solinas, adotterà una sua ordinanza con norme comunque concordate con il Ministero e il Cts.

In campo nazionale, intanto, il primo Dpcm del governo Draghi, che resterà in vigore fino al 6 aprile ha confermato le restrizioni fino a Pasquetta e l’attuazione di misure più severe a macchia di leopardo, nei comuni i regioni dove l’andamento dell’epidemia, in rapporto al numero di abitanti e disponibilità di posti in terapia intensiva, consiglia prudenza.