Le cellule cerebrali si rigenerano sempre.

di Claudio Giorgio – LA REPUBBLICA

Neuroni freschi? Sì grazie. Al contrario di quel che la scienza ha creduto sinora, il cervello continua a rigenerarsi anche negli individui adulti ricevendo ogni giorno una nuova provvista di migliaia di cellule nervose appena formate. La scoperta, annunciata oggi su “Science” da due neurobiologi di Princeton, Elizabeth Gould e Charles Gross, costituisce una vera e propria rivoluzione delle teorie correnti sul cervello ed apre la strada ad un modo completamente nuovo di spiegare il funzionamento della mente, oltre a presentare nuove opportunità per combattere malattie degenerative come il morbo di Parkinson o di Alzheimer.

I due scienziati americani hanno scoperto che un flusso di nuove cellule ancora indifferenziate migra quotidianamente da una zona al centro del cervello, i ventricoli cerebrali. E si dirige, con un viaggio che dura alcuni giorni, verso l’area più esterna del cervello, la corteccia cerebrale, la regione più “moderna” e complessa, da cui dipendono le funzioni intellettuali superiori e che è cruciale nella formazione delle memorie, del pensiero e dell’identità personale.

Nel corso del viaggio, i neuroni maturano, e una volta giunti nella corteccia creano nuove connessioni con le altre cellule del cervello. Il quale, di conseguenza, “cresce” e si modifica giorno dopo giorno, anziché rimanere con gli stessi neuroni per tutta la fase adulta della vita.

Gli esperimenti di Gould e Gross sono stati effettuati su un gruppo di macachi adulti, ma poiché le scimmie e gli esseri umani hanno strutture cerebrali fondamentalmente simili, la scoperta ha forti implicazioni anche per il nostro cervello.

E smentisce, tanto per cominciare, l’idea che lo sviluppo cerebrale avvenga solo dalla nascita ai tre anni di età , dopo i quali i giochi sarebbero fatti. Al contrario, anche le esperienze dell’adolescenza e dell’età adulta avrebbero un’influenza diretta sulla struttura fisica del cervello, la cui interazione plastica con l’ambiente rimarrebbe quindi intatta per tutta la vita.

“Se la ricerca presentata oggi da ‘Science’ sarà confermata dagli studi successivi, e soprattutto se indica effettivamente una sostituzione massiccia e significativa di neuroni, si tratta senz’altro di una rivoluzione, che costringe come minimo a ripensare tutte le teorie sulla memoria”, spiega il genetista italiano Edoardo Boncinelli.

“Quanto al dogma del cervello adulto immutabile, direi che è già caduto da tempo, almeno tra chi si occupa di neuroscienze. Quel che è certo è che lo studio di Princeton rappresenta un’ulteriore conferma del fatto che nel cervello di tutti quanti, anche di un ottantenne, ci sono a disposizione delle cellule per sostituire i neuroni morti, cellule che è possibile, in prospettiva, coltivare e ‘guidare’ nelle regioni che hanno perduto la funzionalità neuronale per colpa di una malattia o di un trauma”.

Anche le teorie sulla memoria, infatti, ne uscirebbero rivoluzionate: i nuovi neuroni introdotti quotidianamente nei circuiti cerebrali potrebbero forse servire a registrare le esperienze della giornata, “segnando” storicamente il momento in cui si forma una determinata memoria. “Noi sappiamo che la caratteristica della memoria è collegare gli eventi al tempo,” ha spiegato Charles Gross, “ma non sappiamo come lo fa. Può darsi che le nuove cellule che arrivano ogni giorno, e che coprono uno spettro di età , forniscano proprio la base alla dimensione temporale della memoria”.

Ma gli studi di Gould e Gross hanno un’altra, profonda implicazione che riguarda addirittura il posto degli esseri umani nel regno animale. La neurogenesi, cioè la formazione di nuovi neuroni, era già stata individuata da anni negli uccelli e nei topi, ma si pensava che il nostro cervello, che l’evoluzione ha reso assai più complesso e capace di funzioni mentali avanzate, avesse perduto l’abilità di rigenerarsi in cambio, per così dire, della sua superiorità funzionale. La ricerca dei due neuroscienziati racconta invece una storia diversa: forse abbiamo un cervello più fresco e rinnovabile, ma anche molto più simile a quello dei canarini.