MUSEI A SAN SALVARIO

Forse non tutti sanno che a San Salvario esistono alcune collezioni che possono interessare le persone più curiose. Ne fanno parte:

IL MUSEO DI ANTROPOLOGIA CRIMINALE

In via Pietro Giuria 15 ha sede il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, riallestisto nel 2009, a cento anni dalla morte del suo fondatore.

Le teorie lombrosiane si basano sul concetto del criminale per nascita, secondo cui l’origine del comportamento criminale sarebbe insita nelle caratteristiche anatomiche del criminale, persona fisicamente differente dall’uomo normale in quanto dotata di anomalie e atavismi (comparsa in un individuo di caratteristiche non possedute dagli immediati ascendenti; ma da lontanissimi antenati) che ne determinavano il comportamento socialmente deviante.

Di conseguenza, secondo Lombroso, l’inclinazione al crimine è una patologia ereditaria e l’unico approccio utile nei confronti del criminale sarebbe quello clinico-terapeutico. Solo nell’ultima parte della sua vita Lombroso prese in considerazione anche i fattori ambientali, educativi e sociali come concorrenti a quelli fisici nella determinazione del comportamento criminale.

La raccolta dei pezzi esposti inizia nel 1876, anno in cui Lombroso diventò professore di Medicina Legale a Torino.

Citando lo stesso Lombroso: “Il primo nucleo della collezione era cominciato nell’esercito, dove, oltre che misurare craniologicamente migliaia di soldati, avevo accuratamente conservato dei morti i crani e i cervelli; questa collezione venni man mano crescendo, con lo spoglio dei vecchi sepolcreti Sardi, Valtellinesi, Lucchesi, Piemontesi, fatto da me e dai miei amici di Torino e Pavia. Non passava giorno che a Pavia prima, a Pesaro e a Torino poi, non cercassi di aumentare la raccolta con crani dei pazzi e dei criminali morti nei manicomi e nelle carceri”.(1)

Le collezioni vennero via via integrate con quelle provenienti da vari manicomi e carceri d’Italia: fotografie, disegni, collezioni anatomiche, graffiti ed oggetti degli internati, corpi del reato.

Questi oggetti, provenienti da diverse parti del mondo grazie agli invii di allievi ed ammiratori di Lombroso, furono oggetto di studio al fine di confermare la teoria dell’atavismo criminale.

Lombroso non vide mai l’inaugurazione del museo, perché morì nel 1909 donando il suo corpo alla scienza.

Per approfondimenti sul museo e sulla sua storia consultare la pagina

https://www.museolombroso.unito.it/

(1) Cesare Lombroso, Il mio museo criminale,

MUSEO DI ANATOMIA UMANA LUIGI ROLANDO

l Museo di Anatomia umana di Torino, nato nel 1739, fu trasferito nel 1898 nel Palazzo degli Istituti anatomici in Corso Massimo d’Azeglio 52 dove si trova tutt’oggi.

ll museo espone preparati a secco e in liquido, modelli in cera, cartapesta e legno, e rievoca vicende della scuola anatomica torinese.

Una delle più ricche collezioni presenti è quella di cere anatomiche, è composta da oltre 200 opere che rappresentano e rivestono un grande interesse storico-scientifico e storico-artistico; alcune di esse risalgono alla seconda metà del Settecento ed in parte sono di fattura torinese.

I modelli in cera o in altri materiali (legno, gesso, cartapesta), venivano infatti usati per l’insegnamento dell’anatomia, data la difficoltà, all’epoca, di conservare i cadaveri. .

Il museo propone attualmente un laboratorio educativo gratuito online “costruisci la tua mano”, rivolto alle scuole secondarie di primo grado.

Il museo propone inoltre una breve visita virtuale ed una sezione “racconti del museo”, testi tratti da opere letterarie con riferimenti più o meno diretti alle collezioni del museo.

Per accedere a questi ed a altri contenuti consultare la pagina

https://www.museoanatomia.unito.it/

MUSEO DELLA FRUTTA “FRANCESCO GARNIER VALLETTI”

l Museo, che ha sede in via Giuria 15, presenta la collezione di più di mille «frutti artificiali plastici» realizzati nella seconda metà dell’Ottocento da Francesco Garnier Valletti, e il patrimonio storico scientifico della Stazione Sperimentale Agraria (poi Regia Stazione Chimico-Agraria), costituita nel 1871.

Oltre all’esposizione di 1100 modelli di varietà di frutti e ortaggi, il museo ricostruisce la storia della Stazione di Chimica Agraria e dell’applicazione della ricerca scientifica all’agricoltura che, tra Otto e Novecento, ha trasformato radicalmente le forme di produzione ortofrutticola da artigianali a industriali, introducendo nuovi metodi non solo di coltivazione, ma di conservazione, distribuzione e consumo.
Anche la conservazione mediante il freddo, uno dei settori di punta della ricerca della Stazione negli anni Venti, è ben evidenziata dalla presenza nel museo del primo impianto italiano di refrigerazione sperimentale.

Ulteriori informazioni sul Museo della Frutta sono reperibili alla pagina

http://www.museodellafrutta.it/museo/museopalazzo.htm

Una risposta a “MUSEI A SAN SALVARIO”

  1. Grazie, appena possibile andrò senz’altro a visitarli, conoscevo di fama quello del Lombroso adesso mi è venuta voglia di coriosare 🌺.

I commenti sono chiusi.