SONNO E SISTEMA IMMUNITARIO.

L’attuale pandemia dimostra che i virus continuano a diffondersi, mutano e si
adattano facilmente ai nuovi ambienti mentre le nostre armi di difesa sono
deboli. Il nostro attuale nemico si chiama Covid-19. Mascherine e
distanziamento sono le principali misure da imporre con obbligatorietà e rigore.
Vediamo ogni giorno come questo non sia facile. Qui vorrei descrivere alcuni
dati che dimostrano come un buon sonno possa fornire un contributo a
mantenere efficienti le nostre difese immunitarie.
Già nel 1983 un gruppo di ricercatori guidati dall’americano Allan Retschaffen, si
chiese se la morte che segue una totale mancanza di sonno fosse dovuta allo
stato di disagio e di stress oppure al venir meno del sonno. Con un ingegnoso
esperimento sottopose due gruppi di ratti in condizioni di ricevere lo stesso
carico di disagio, ma con la possibilità di dormire ad un solo gruppo. Gli
esperimenti dimostrarono che nei ratti in cui mancava il sonno mangiavano
molto di più, ma perdevano peso e vi era un aumento della temperatura
corporea. L’aspetto più significativo associato alla perdita di sonno era
l’instaurarsi di ferite infette che si manifestano nella regione più profonda della
pelle degli animali. Quindi, assieme al rallentamento dei processi metabolici
anche il sistema immunitario manifesta evidenti segni di indebolimento. In
conclusione possiamo dire che la morte per deprivazione di sonno ha come
causa principale il crollo del sistema che difende l’organismo dall’invasione di
estranei: i nemici che ci annientano.
A sostegno del concetto che la diminuzione delle ore di sonno aumenta la
suscettibilità di subire malattie infettive ha trovato la conferma da un altro dato
significativo. Ad un gruppo di volontari di ambo i sessi è stato somministrato
per via nasale un tipo di rinovirus che causa un raffreddore molto blando. Nella
settimana precedente negli stessi individui, tramite un particolare braccialetto, è

stata valutata la durata del loro sonno. Ne è venuto fuori che coloro che nella
settimana precedente avevano dormito meno, l’incidenza del raffreddore è stata
più alta confermando così che con la diminuzione del sonno aumentano i fattori
infiammatori.
Interessante quanto riporta Anthony Beevor nel suo libro dal titolo ‘Stalingrado’.
Durante la seconda guerra mondiale, tra l’estate del 1942 e il 2 febbraio 1943,
le truppe tedesche assediavano la città di Stalingrado. I russi sferravano
attacchi di notte rendendo impossibile il sonno dei soldati tedeschi i quali
dovendo rimanere in allerta anche di giorno vivevano in uno stato continuo di
carenza di sonno. Hitler inviò Dieter Girgensohn, patologo della sesta armata
per svolgere indagini sul fenomeno. Egli notò che l’aumento del numero dei
morti non era dovuto ai combattimenti, ma soprattutto per il sopraggiungere di
malattie infettive con un tasso di cinque volte superiore al periodo precedente.
Abbiamo trascorso un lungo periodo di guerra con un Coronavirus che ha
sovvertito il nostro mondo sociale ed economico in tutto il mondo. La guerra ha
visto il virus attaccare soprattutto le persone più avanti con l’età nelle quali
notoriamente il sistema immunitario è più debole, ma non abbiamo mai
raccomandato di tenere in considerazione l’importanza di riposare bene la notte
che può essere una delle cose migliori per mantenere in perfetta forma il
nostro sistema immunitario, così come la nostra salute mentale e il nostro
benessere.

Piergiorgio Strata – Professore Emerito, Dipartimento Neuroscienze – Università di Torino
a nome dell’Associazione “Più vita in Salute ”.