Un medico in famiglia

Da LA STAMPA del 08/07/2020

Dopo la prima avvincente stagione tutta incentrata sul medico di base, arriva la seconda con cast allargato all’infermiere di famiglia. Si sa quanto le serie in camice bianco abbiano successo e si spera davvero che il seguito autunnale funzioni. La Regione vara la figura dell’infermiere di supporto, assegnato a ogni casa, «un professionista della sanità moderno», un collegamento tra ospedale e essere umano che potrebbe occupare il vuoto che ha contribuito al caos nell’emergenza Covid. Il medico di base si è visto assegnare il ruolo principale, cardine di tutta la pandemia, senza un copione che reggesse. Abbandonati in prima linea e senza i mezzi necessari i dottori e confusi senza un riferimento i malati. Qualcuno ha avuto fortuna e ha trovato un referente intraprendente e dinamico che ha coperto le falle con i salti mortali, altri sono rimasti appesi a un telefono.

Ora si annuncia l’arrivo dell’infermiere e (spoiler) non può essere un personaggio aggiunto tanto per distrarre: prima di farlo entrare in azione bisogna rimettere mano a tutta la sceneggiatura, altrimenti tanto vale affidarsi a nonno Libero che di stagioni in tv ne ha rette 10 e qualche consiglio nella vita reale lo può sempre dare.

Una risposta a “Un medico in famiglia”

  1. Ogni giorno porta la sua novità, abbiamo l’impressione che si cammini a tentoni. O prima o dopo si arriverà ad una discussione di merito ed allora si potrà ragionare ed agire per una vera sanità territoriale.

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