Dal Canada l’appello del Papa contro i conflitti: fermare «la corsa agli armamenti», evitare «la morsa di spaventose guerre fredde»

DOMENICO AGASSO – 28 Luglio 2022 – lastampa.it

Francesco atterra a Québec e incontra Trudeau. «Non abbiamo bisogno di dividere il mondo in amici e nemici»; non occorre chiedersi come proseguire gli scontri, ma come fermarli. Il premier: sugli indigeni le sue scuse hanno avuto un impatto enorme

INVIATO A QUÉBEC. «Non abbiamo bisogno di dividere il mondo in amici e nemici, di riarmarci fino ai denti: non saranno la corsa agli armamenti e le strategie di deterrenza a portare pace e sicurezza». Non c’è bisogno di chiedersi come proseguire i conflitti, ma come fermarli. Occorre evitare «la morsa di spaventose guerre fredde». Papa Francesco dal Canada lancia un nuovo appello per la pace nel mondo, rimarcando ciò che ha affermato più volte dall’inizio del conflitto in Ucraina. Il monito lo pronuncia incontrando le autorità civili, i rappresentanti delle popolazioni indigene e il corpo diplomatico a Québec. Il Pontefice attacca inoltre le «colonizzazioni ideologiche» e «la cancel culture che valuta il passato solo in base a certe categorie attuali». Mentre il premier Trudeau gli dice che sugli indigeni le sue scuse hanno avuto un impatto enorme: «È un primo passo, continuiamo a lavorare insieme».

Da Edmonton il Vescovo di Roma giunge in questa città dai tratti europei, con l’architettura francese dominante. Dall’aeroporto Jorge Mario Bergoglio si trasferisce alla Citadelle de Québec, la residenza del governatore generale del Canada, Mary May Simon, dove avviene la cerimonia di benvenuto. Dopo l’incontro con il governatore, il colloquio con il primo ministro, Justin Trudeau. E poi il discorso politico del Papa.

Francesco si dice lieto di «rivolgermi a voi, che avete la responsabilità di servire gli abitanti di questo grande Paese che, “da mare a mare”, offre un patrimonio naturale straordinario». Tra le tante «bellezze, penso alle immense e spettacolari foreste di aceri, che rendono il paesaggio canadese unico e variopinto. Vorrei prendere proprio spunto dal simbolo per eccellenza di queste terre, la foglia d’acero, che dagli stemmi del Québec si diffuse rapidamente fino a diventare l’emblema che campeggia sulla bandiera del Paese». Se ciò è accaduto in tempi «piuttosto recenti, gli aceri custodiscono tuttavia la memoria di molte generazioni passate, ben prima che i coloni giungessero sul suolo canadese». Le popolazioni native «vi estraevano la linfa con cui realizzavano nutrienti sciroppi. Questo ci porta a pensare alla loro laboriosità, sempre attenta a salvaguardare la terra e l’ambiente, fedele a una visione armoniosa del creato, libro aperto che insegna all’uomo ad amare il Creatore e a vivere in simbiosi con gli altri esseri viventi. C’è tanto da imparare da questo, dalla capacità di porsi in ascolto di Dio, delle persone e della natura. Ne abbiamo bisogno specialmente nella vorticosa frenesia del mondo odierno, caratterizzato da una costante “rapidizzazione”, che rende arduo uno sviluppo realmente umano, sostenibile e integrale – afferma citando l’enciclica «Laudato si’» – finendo per generare una “società della stanchezza e della disillusione”, che fatica a ritrovare il gusto della contemplazione, il sapore genuino delle relazioni, la mistica dell’insieme»…

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