Draghi accelera: “Le Regioni si adeguino”. Piattaforma unica per prenotare i vaccini.

ALESSANDRO BARBERA, PAOLO RUSSO – 23 Marzo 2021 – LA STAMPA

Scelto il sistema di Poste: subito anziani e pazienti fragili. Già oggi in arrivo una maxi fornitura di Pfizer

<< Sui vaccini sta imperando il fai da te, ogni regione ha le sue regole e le sue priorità. È ora di finirla si usi subito il vaccino per i più fragili e gli anziani che sono i più esposti. Ogni ora persa è un danno incalcolabile alla vita! >>

Fatti gli sforzi possibili per accelerare le consegne da parte delle aziende farmaceutiche, Mario Draghi affronta l’altro grande problema della campagna vaccinale: l’efficienza delle Regioni nell’organizzarla. Il disastro della Lombardia è solo la punta dell’iceberg. E non è nemmeno un problema di somministrazioni, visto che la gran parte delle sanità territoriali ha finora utilizzato tre dosi su quattro. Ciò che impressiona il premier sono le disparità fra classi di età: basti dire che la fascia 70-79 anni è la meno vaccinata: 322 mila persone contro le 574 mila del gruppo 20-29 anni. Di qui il messaggio del premier alle Regioni: occorrono regole più uniformi. Il primo passo è aderire ad una piattaforma unica di prenotazioni, quella di Poste italiane. Nasce ai tempi della gestione dell’ex commissario Domenico Arcuri, per il momento è utilizzata da cinque Regioni: Sicilia, Calabria, Marche, Abruzzo, Basilicata. Di qui a poco sarà implementata dalla Lombardia, ma Draghi ha consigliato di aderire a tutte quante. Se non lo faranno, è disposto a imporlo con una norma di legge.

Le ragioni della sua determinazione sono almeno due. La prima: la piattaforma unica di Poste permetterebbe di moltiplicare le prenotazioni tramite Postamat, call center, o il terminale a disposizione dei postini che consegnano la corrispondenza. Non solo: un sistema centralizzato garantisce di verificare in tempo reale il numero degli immunizzati e di inserire il nome del singolo paziente nell’anagrafe vaccinale, in vista di un patentino. Una banca dati unica permette infine maggiore equità, impedendo le sperequazioni di oggi verso i pazienti più fragili, in alcune Regioni finiti alle spalle di giovani ricercatori e dottorandi.

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Oggi, al momento della prenotazione i due milioni di malati «estremamente vulnerabili» trovano una lista di patologie con relativo codice di esenzione diverso da Regione a Regione. E ciò accade nonostante l’ultimo Piano vaccinale elenchi con dovizia di dettagli le malattie che rendono il Covid una minaccia mortale. In questo modo, anche se attraverso i siti regionali, il sistema sarebbe unico e così la scaletta delle priorità. «Dovrà essere per tutti quella stilata dal Piano nazionale», è il messaggio ai governatori dopo il vertice a Palazzo Chigi con il commissario Francesco Figliuolo e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Dunque stop alle immunizzazioni a vantaggio di questo o quell’ordine professionale, deciso più sotto la pressione delle lobby che in base al livello di esposizione al rischio. Precedenza assoluta invece ad anziani, disabili gravi e accompagnatori. Non è esattamente la strategia adottata fino ad oggi: basti ricordare – lo dice l’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe – che tra gli ultraottantenni ben il 27,7 per cento ha ottenuto una sola dose di vaccino e solo il 16,7 ha fatto il richiamo.

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I difensori dello status quo diranno che le fiale sono finora servite a proteggere le categorie più esposte di sanitari, personale scolastico, Forze dell’ordine. Ma non è così. La sola voce «personale non sanitario» conta un milione e 307 mila dosi somministrate a fronte degli 80 mila dipendenti del personale amministrativo degli uffici delle Asl, degli ospedali e delle cliniche. Uno scarto enorme nei numeri che copre lo scandalo dei privilegi a singole categorie da parte di questa o quella Regione: dagli informatori farmaceutici agli addetti stampa degli ospedali, dagli psicologi ritirati dalla professione ad avvocati e magistrati. Draghi ha deciso di porre fine al fai da te, e per questo è pronto a far uso della clausola di supremazia della legge nazionale garantita dall’emergenza pandemica.

Nel frattempo accelerano le consegne dei vaccini, frutto soprattutto del pressing del governo italiano e della Commissione europea su Pfizer. Oggi la multinazionale consegnerà un milione di dosi, altre tre milioni e mezzo sono attese entro il 31 marzo, raggiungendo così un totale nel primo trimestre di quattordici milioni di fiale, un milione e mezzo in meno dell’obiettivo prefissato. L’azienda americana produce proprio il vaccino riservato ad over ottanta e vulnerabili.

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