È morta Raffaella Carrà

Raffaella Carr? in occasione della presentazione nuovo album ‘Ogni volta che Ë Natale’, Milano, 26 novembre 2018. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Raffaella Carrà, una delle più grandi showgirl italiane, è morta all’età di 78 anni, dopo una malattia che — ha detto il suo ex compagno Sergio Japino — «da qualche tempo aveva attaccato il suo corpo così minuto, ma pieno di energia»

Maria Volpe – CORRIERE DELLA SERA del 5 luglio 2021

Raffaella Carràuna delle più grandi showgirl italiane, è morta all’età di 78 anni. A dare l’annuncio, all’agenzia Ansa, è stato Sergio Japino, regista di tutti i suoi spettacoli e, per lunghi anni, suo compagno.

«Raffaella ci ha lasciati. È andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre», ha detto, «unendosi al dolore degli adorati nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni, degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti».

La malattia tenuta nascosta e il messaggio di Japino

Raffaella Carrà — il cui vero nome era Raffaella Maria Roberta Pelloni — era nata a Bologna il 18 giugno del 1943. Aveva iniziato la sua sterminata carriera nel mondo dello spettacolo (cantante, ballerina, conduttrice, attrice, autrice) all’età di 9 anni, nel 1952: e nonostante l’enorme successo è riuscita a rifuggire la mondanità, le ospitate, i gossip.

Si è spenta alle 16.20 di oggi, lunedì 5 luglio, dopo una malattia che — ha spiegato sempre Japino — «da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia. Una forza inarrestabile la sua, che l’ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza. L’ennesimo gesto d’amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l’affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei».

«Migliaia di figli»

Nella nota all’Ansa, Japino descrive Raffaella Carrà come una «donna fuori dal comune eppure dotata di spiazzante semplicità, non aveva avuto figli ma di figli — diceva sempre lei — ne aveva a migliaia, come i 150mila fatti adottare a distanza grazie ad “Amore”, il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore».

Le disposizioni sui funerali

Non è ancora noto quando, né dove, si svolgeranno i funerali. Si sa invece — ed è sempre Japino a comunicarlo — che «nelle sue ultime disposizioni, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri. Nell’ora più triste, sempre unica e inimitabile, come la sua travolgente risata. Ed è così che noi tutti vogliamo ricordarla».

Il terrore della pandemia e l’arrivo della malattia

Raffaella era una donna forte, spiritosa, gentile, moderna. Ed è stata così fino alla fine.

Aveva patito tanto le chiusure, la mancanza di socialità. Aveva ammesso di avere paura, di stare chiusa in casa. E anche all’inizio di quest’anno è stata defilata, un po’ per il Covid che ancora non ci aveva lasciato, un po’ per il sopraggiungere della malattia che lei aveva voluto tenere nascosta a tutti.

Nella sua grande umanità, voleva farsi ricordare con la sua risata, il suo perfetto caschetto biondo, il suo ottimismo, la sua contagiosa allegria. Detestava la compassione e mai avrebbe voluto apparire stanca, triste e malata. Il suo ultimo gesto di generosità verso il suo pubblico.

La celebrazione da parte del Guardian

Carrà — famosissima non solo in Italia, ma anche in Spagna, «icona gay per le mie canzoni e la mia allegria», come aveva raccontato a Massimo Gramellini — era stata celebrata lo scorso novembre da un lungo articolo del quotidiano britannico «Guardian», che metteva in fila alcuni dei passaggi più noti del suo percorso artistico — dall’ombelico mostrato durante Canzonissima a «A far l’amore comincia tu», da «Tanti auguri» al Tuca Tuca con Enzo Paolo Turchi, salvato dalla censura Rai da Alberto Sordi — e la incoronava la «pop star italiana che ha insegnato all’Europa la gioia del sesso».

«Se è così, sono felice», aveva sorriso nell’ultima intervista a «7», il magazine del Corriere della Sera. «Certo le donne italiane hanno grande simpatia per me perché non sono una mangiauomini: si può avere sex appeal insieme a dolcezza e ironia, non bisogna per forza essere Rita Hayworth».

Nell’intervista, rilasciata nel dicembre scorso, Carrà lasciava anche spazio al dolore per un anno — il 2020 — che per lei era stato particolarmente duro. «Il 31 dicembre bisogna spaccare tutto. Lo farò in privato nella mia terrazza, a costo di chiamare il muratore il giorno dopo». E concludeva: «Nel giro di poco tempo mi sono vista due volte al telegiornale. Mi sono detta: oddio, che succede. Ho pure pensato: la terza volta diranno che sono morta. E ho toccato ferro».