Gertrude Stein: Autobiografia di Alice Toklas

Un’opera selezionata dal Gruppo Ricerca & Comunicazione SPI-CGIL LEGA 8 San Salvario – Torino

Love, Love, Love (Gertrude Stein), Charles Demuth (1928)

Fu scritta praticamente di getto in sole sei settimane nel 1932. Inizialmente fu pubblicata, ma in forma ridotta, su «Atlantic Monthly» nel 1933 e nello stesso anno nella forma definitiva in volume. La versione italiana di Cesare Pavese ha visto nel 1938 la sua prima edizione.

È certamente il testo di maggior successo di Gertrude Stein, accolto favorevolmente sia dalla critica che dal pubblico e credo si possa definire la fonte forse più significativa per la conoscenza della vita culturale di Parigi nei primi trent’anni dello scorso secolo.

Gertrude Stein usa l’espediente di raccontare la propria vita ponendosi dal punto di vista di Alice Toklas che le fu compagna e segretaria tuttofare – persino editrice – durante tutto il suo periodo parigino fin dal 1907 e anche oltre, fino alla morte nel 1946. La narrazione per interposta persona appare quindi anche come espediente per maggiore libertà sia nella sperimentazione stilistica che nell’affrontare analisi e valutazioni sui vari personaggi.

Il racconto della vita dell’autrice si estende dal 1903 al 1932 – quando appunto viene scritta questa autobiografia la cui genesi viene rapidamente svelata negli ultimi paragrafi del libro – trascorsi per la maggior parte a Parigi. Il capitolo quarto è centrato invece – sotto forma di articolato flashback – sugli studi in America, i primi viaggi, e lo scanzonato resoconto sulla mancata conclusione degli studi in medicina e psicologia.

Fin dall’inizio troviamo i personaggi dei quali seguiremo le vicende per tutto il libro e che sono i frequentatori di Rue de Fleurus 27, residenza parigina della Stein, prevalentemente artisti allora semi sconosciuti tra i quali ricordiamo Picasso, Braque, Derain, Matisse, e il mercante d’arte Vollard. Negli anni che immediatamente precedono e seguono la guerra – durante la quale Stein e Toklas prestarono servizio di assistenza negli ospedali militari per conto di una organizzazione americana usufruendo di una non molto affidabile automobile della quale Stein è sia autista che meccanico – compaiono altri personaggi del mondo della cultura.

Oltre ad altri pittori, come Gris, incontriamo filosofi, scrittori e poeti: Whitehead, Sherwood Anderson, Hemingway, Pound, Cocteau. Importante il racconto delle prime mostre dei cubisti, la descrizione del mondo delle riviste letterarie degli anni venti. Non mancano di digressioni per descrivere i viaggi in Italia e in Spagna e sempre troviamo il tono ironico, piuttosto scanzonato e divertito che caratterizza l’intero testo e attraverso il quale scorgiamo uno spaccato formidabile della vita artistica e intellettuale parigina di quegli anni.

Da ricordare che Alice Babette Toklas scrisse in seguito la sua “vera” autobiografia What is remembered che fu pubblicata nel 1963 e che termina con la morte di Gertrude. Non ne esiste una traduzione italiana; è comunque un racconto magistrale dell’amore tra le due donne.

“Era una presenza dorata, bruciata dal sole della Toscana e tra i suoi capelli di un caldo marrone scintillava un lampo dorato. Era vestita con un completo di velluto a coste marrone. Indossava una grande spilla rotonda di corallo e quando parlava, molto poco, o rideva, molto di più, pensai che la sua voce uscisse da questa spilla. La sua voce era diversa da tutte le altre: profonda, piena, vellutata, come quella di un grande contralto, come due voci in una”.

Culmina con queste parole la descrizione del momento nel quale Alice capisce che Gertrude sarebbe stata la donna della sua vita.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Sono nata a San Francisco, in California. Ragione per cui ho sempre preferito vivere in un clima temperato, ma è cosa difficile trovare, nel continente europeo o anche in America, un clima temperato da viverci. Il padre di mia madre era un pioniere, venne in California nel ’49, sposò mia nonna ch’era una allieva del padre di Clara Schumann, appassionata della musica. Mia madre era una tranquilla e incantevole donna di nome Emilie.
Mio padre discendeva da una patriottica schiatta polacca. Il suo prozio aveva raccolto un reggimento per Napoleone e ne era stato il colonnello. Quanto a suo padre, abbandonò sua madre, che aveva appena sposato, per combattere sulle barricate di Parigi, ma avendogli la
moglie tagliato i viveri, ben presto fu di ritorno e condusse la vita d’un proprietario terriero conservatore e benestante.
Quanto a me, non ho mai avuto gusto per le cose violente e mi han sempre giovato i piaceri del cucito e del giardinaggio. Sono appassionata per i quadri, il mobilio, le tappezzerie, la casa e i fiori; per i legumi persino, e gli alberi da frutto. Apprezzo un paesaggio, ma mi piace sedendo volgergli le spalle.

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