La solitudine dell’Anziano: gli effetti sulla salute fisica e mentale – Una giornata per sensibilizzare.

 17 novembre 2020 – stateofmind.it

La solitudine degli anziani ha spesso esiti drammatici sulla loro salute. Per questo ogni 15 Novembre ha luogo la giornata di sensibilizzazione sul fenomeno

Dal 2018, su proposta dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP), il 15 Novembre è la Giornata Nazionale contro la solitudine degli anziani, tema molto sentito specialmente in questo periodo segnato da isolamento forzato e dalla chiusura al pubblico delle RSA.

Lo psicologo dell’Università di Chicago John Cacioppo, uno dei maggiori esperti dell’argomento, ha definito la solitudine come uno stato emotivo negativo che si sperimenta quando è presente una discrepanza tra le relazioni che si desidererebbe possedere e quelle che si percepisce di avere nella realtà. Secondo l’autore, inoltre, tale condizione non riguarda tanto la quantità di tempo spesa con le altre persone quanto più la qualità delle relazioni stesse.

La solitudine è una compagna dolorosa di molte persone, in particolar modo anziane, e impatta profondamente sulla salute fisica e psicologica, portando spesso a esiti drammatici. Solitudine e isolamento sociale sembrerebbero associati a una riduzione della durata della vita simile a quella provocata dal fumo di 15 sigarette al giorno, con un aumento del 27% del rischio di mortalità prematura (Murthy, 2017).

D’altra parte, invece, instaurare relazioni solide porterebbe a un ridotto rischio di mortalità (Holt-Lunstad et al., 2017).

Effetti sulla salute fisica e mentale

Come è noto, la solitudine influisce sulla salute mentale, infatti essa costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo della depressione (Cacioppo et al., 2010).

Diverse ricerche dimostrano, inoltre, come tale condizione sia associata anche ad altre diverse patologie quali ansia socialedisturbo ossessivo-compulsivo, disturbi neurocognitivi e ricopra un ruolo di mediatore nella relazione ansia-depressione (Lim et al., 2016; Timpano et al., 2014; Rafnsson et al., 2017; Ebesutani et al., 2015).

La solitudine comporta anche conseguenze negative per la salute fisica, come ipertensione, disturbi del sonno e deficit del sistema immunitario (Cacioppo & Cacioppo, 2014), con spesso conseguente adozione di forme disadattive di auto-terapia quali consumo di alcol e fumo (Stickley et al., 2013).

Inoltre, la solitudine è associata a un aumento della mortalità, spesso con esito drammatico il suicidio (De Leo et al., 2013). Secondo la teoria interpersonale del suicidio alla base di tale gesto ci sarebbero proprio la mancanza di connessioni e la percezione di essere un peso (Van Orden et al., 2010).

La solitudine nella terza età

Secondo il rapporto Istat 2018, circa il 40% degli ultrasettantacinquenni non ha nessuno a cui rivolgersi in caso di bisogno.

Le cause alla base di tale condizione sono molteplici: crisi della famiglia, limitazioni fisiche e motorie, morte di molti coetanei, vedovanza, condizioni abitative limitanti, maggiore utilizzo di comunicazione tramite dispositivi elettronici piuttosto che face-to-face.

La solitudine, insieme a età, patologie croniche e non autosufficienza, è dunque un fattore di rischio per il processo di fragilizzazione dell’anziano.

Uno studio longitudinale di Perissinotto e colleghi (2012), su un campione di 1600 intervistati, ha rilevato che il 43% degli anziani viveva in una condizione di solitudine e, a distanza di sei anni dalla prima intervista, i ricercatori hanno scoperto che chi era solo aveva un rischio di mortalità del 45% più alto, con un peggioramento della qualità della vita e delle autonomie personali.

Messaggio pubblicitarioPer quanto riguarda la relazione tra solitudine e demenza, uno studio interessante ha analizzato in soggetti cognitivamente sani l’associazione tra livello di solitudine percepita e presenza di placche beta-amiloide (biomarcatore della malattia di Alzheimer) (Donovan et al., 2016). Dai risultati è emerso che le persone positive alla beta-amiloide si sentivano 7,5 volte più sole rispetto a chi era risultato negativo alla proteina…

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