L’Ordine dei medici in piazza col sindacato per la sanità pubblica medico di famiglia

Lungo l’elenco delle sigle del Comitato che raccoglie oltre 25 realtà: associazioni come la Fondazione Promozione sociale, Libera, Cittadinanzattiva, Se nonora quando, Prospettive comuni, Federconsumatori, Volere la Luna, Medicina democratica. E ancora, comitati spontanei di cittadini, come quello che ruota attorno all’Asl To5. Poi le associazioni professionali: il sindacato medici Anaao, Nursind, Nursing Up, Aaaroi, Cimo, Sumai. È la Cgil. A presentare l’iniziativa, ieri, nei giardini Peppino Impastato, davanti all’ospedale Giovanni Bosco, l’ex assessora regionale alla Sanità ( giunta Bresso) Eleonora Artesio: « Non siamo per nulla affascinati dalle sirene di chi ci dice che non possiamo più permetterci il Servizio sanitario regionale».

L’obiettivo è comune: denunciare le carenze del servizio sanitario pubblico piemontese e lottare in sua difesa in un momento in cui tutti gli indicatori rivelano il rischio di un depauperamento. Al governatore del Piemonte, Alberto Cirio, si chiede di spendere tutte le risorse a disposizione per assumere personale e tagliare le liste d’attesa: « Da ieri, con la pubblicazione del Def – dice il segretario generale della Cgil piemontese, Giorgio Airaudo – sappiamo che il governo lavora verso la privatizzazione della sanità: quest’anno a quella pubblica è stato destinato il 6,7% del Pil, che diventerà 6,3 e 6,2 nei prossimi anni. Peccato che la media europea sia del 9-10%».

Chiara Rivetti è segretaria regionale dell’Anaao, il più grande sindacato dei medici ospedalieri. Tocca a lei chiudere la maratona di interventi che spiegano le tante sfaccettature dell’iniziativa: « Il recente taglio di 1.500 posti letto è inaccettabile, le liste d’attesa di quasi un anno una vergogna. Negli ultimi 10 anni, in Piemonte, abbiamo perso 620 medici ospedalieri: una diaspora che dobbiamo fermare».