Nelle bocciofile storiche di Torino le cene estive lungo il Po e la Dora

torino.corriere.it – 12/08/2022

Sui due fiumi urbani, i locali disegnano un itinerario green e vacanziero. Con una cucina di tradizione a prezzi ragionevoli

Cena di una sera di mezza estate in una bocciofila. A scoprire quel che resta, se resta, delle atmosfere dei bociador di Gipo Farassino e dei racconti di Feria d’agosto di Pavese. Da noi si gioca in casa, visto che è nata a Torino la prima bocciofila d’Italia, nel 1873. E da sempre nelle bocciofile si mangia: una cucina ruspante di tradizione, niente glamour o localini scicchettosi e prezzi ragionevoli (in genere tocca essere iscritti, ma sono cifre simboliche). Le ultime bocciofile lungo i due fiumi urbani disegnano un itinerario green e vacanziero.

Su viale Michelotti, rive droite del Po, c’è la concentrazione maggiore. In quel tratto di fiume dove viveva Salgari, dietro la chiesa, la Bocciofila Madonna del Pilone compie 100 anni. Aperta nel 1922 in corso Casale, dal 1946 è qui, al n.102 del viale. E all’Osteria propone menù di classici e piatti del giorno, e gran grigliata la sera del 14 agosto. Si supera il ponte di Sassi, direzione Parco del Meisino. La Bocciofila La Familiare, al 290 del viale Michelotti, è tuffata nel verde, in un tratto selvaggio del Po: menù piemontese casalingo — «familiare» appunto — che cambia secondo il mercato. Da qui si può procedere nel parco fino alla spiaggetta, scenario di estati di città come una volta, e alla Bocciofila Meisino, al 105 di strada del Meisino: pranzi, cene e aperitivi con sfizi di tradizione (le acciughe al verde, le zucchine e le uova in carpione..), la pista da ballo, spesso musica dal vivo e per ferragosto immancabile grigliata. Riprendiamo viale Michelotti direzione centro. La Piemonte, altra storica bocciofila sul Po, edificio del 1907, è chiusa da anni e il suo destino incerto (ci si può consolare proprio accanto a Casa Goffi, o un po’ più in là alle Cantine Risso), ma appena superato il ponte Regina Margherita ecco la Bocciofila SIS, acronimo per Società Incremento Sportivo, con la Locanda sul Po, terrazza in posizione favolosa, a pranzo formule semplici e a cena menù più ricco, specialità pesce, e musica. Oltre il ponte della Gran Madre, Po 18 ha trasformato i suoi campi da bocce in un campo da calcetto e la sua piola in uno dei più piacevoli locali sul fiume: tavolini e sedie colorati, le planche di legno che sembra di essere su una chiatta pronta a partire, e un menù con qualche tocco diverso: fra acciughe al verde, vitello tonnato, tomini, i piatti top sono i tonnarelli cacio e pepe, il roast-beef al timo, l’hamburger, e poi gazpacho, couscous, riso basmati e pollo al limone. Sempre seguendo il Po, superato il ponte di Corso Vittorio, in una stradina interna di corso Moncalieri 74 la casetta rosa della Bocciofila Crimea si materializza come una magia nel verde, in faccia al parco del Valentino. La bocciofila esiste dal 1892 e la casetta incantata lo è anche di più all’interno, tutto oggetti curiosi, con una cucina piacevole, spesso anche di pesce.

Lungo la Dora gli scenari sono un po’ più austeri, da ex periferia industriale. In zona Balon c’è la Bocciofila Mossetto, al n. 16 di Lungodora Agrigento, mentre alla centenaria bocciofila Il Fortino il ristorante per ora è chiuso. Ma un’eccezione c’è, per fortuna: la bocciofila Vanchiglietta «Rami Secchi», nel verde del lungodora Colletta. Qui si balla (tango, lindy hop), si gioca a bocce e a carte, si ascoltano concerti, si sta al fresco per l’aperitivo. Tanti progetti, tra cui la creazione di un «Lido metafisico», per oziare oppure organizzare eventi culturali. E una cucina da trattoria italiana del tempo perduto, con gli antipasti piemontesi insieme alle lasagne alla bolognese, le milanesi in carpione, i profiterol. Perfetta per un agosto in vacanza.

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