Oltre 300 mila visite ed esami da recuperare per il coronavirus

Le Asl devono riprogrammare le prestazioni congelate a marzo e aprile: liste di attesa da 4 a 6 mesi
Siamo stati in emergenza (in parte lo siamo ancora) e i ritardi sono comprensibili. Va da sé che finita questa fase tutto il sistema delle visite ambulatoriali e specialistiche andrà profondamente rivista. Le liste d’attesa sono un male cronico della nostra sanità, già prima per alcune visite si aspettava del mesi ed è una delle cose che con più forza insieme alla richiesta di più domiciliarità abbiamo richiesto di affrontare e risolvere. Su questo terreno saremo, oggi ancor di più, intransigenti.

TORINO. Visite ed esami ambulatoriali: decine di migliaia di prestazioni congelate negli ultimi due mesi, sotto l’incalzare dell’epidemia, e ora da riprogrammare contattando gli utenti uno ad uno. La Fase 2 è anche questo: uno sforzo senza precedenti per un sistema sanitario che oltretutto, dovendo garantire percorsi differenziati (pazienti Covid, sospetti e “sani”) e le misure di sicurezza (accesso contingentato negli ambulatori, distanze, protezioni) non è in grado di smaltire l’arretrato con la stessa velocità di prima.

Inevitabili le ricadute sulle liste di attesa, considerato che, spiegano dalle Asl, occorreranno tra quattro e sei mesi per rispondere a quanti sono in attesa di visite ed esami cancellati ma che il trascorrere del tempo ha reso via via più impellenti.

Fa fede la nota con cui l’Unità di crisi regionale comunica che le prestazioni sospese a causa dell’emergenza sanitaria (compresi i ricoveri ordinari) «dovranno essere riprogrammate attraverso il contatto diretto da parte del personale delle aziende evitando il rinvio del paziente al prescrittore», si tratti dei medici di base o degli specialisti. Un modo per agevolare utenti e medici a fronte di prescrizioni scadute.

Qualche numero, per rendere l’idea e limitandosi alle prestazioni ambulatoriali: 85 mila all’Asl di Torino, 58.800 alla Città della Salute (di cui 40 mila alle Molinette, 1.800 al Cto, 3.600 al Sant’Anna, 7.500 al Regina Margherita, 6 mila al San Giovanni Antica Sede); 18.200 al Mauriziano; 20 mila al San Luigi. E ancora: circa 90 mila all’Asl Torino 3; 30 mila all’Asl Torino 4; altre 30 mila all’Asl Torino 5.

All’Asl di Torino si valuta di contattare gli utenti con un sms o via mail facendo presente che la prescrizione è valida in deroga e se sono ancora interessati all’esame o alla tal visita. Città della Salute e Mauriziano richiameranno in ordine cronologico. Idem all’Asl Torino 3, dove ci si attrezza per recuperare con sedute straordinarie e orari prolungati. Al San Luigi alcune prestazioni ad accesso diretto provvisoriamente saranno soggette a prenotazione. Anche le Asl To4 e To5 chiameranno i loro utenti per riprenotare.

Un lavoraccio, considerato che alcuni potrebbero non essere più reperibili o avere puntato sui privati – dove i margini di azione sono sempre stati più larghi, anche nel pieno dell’epidemia – per sottoporsi a visite ed esami negate nel pubblico. Tempi lunghi, se non lunghissimi.