Omicidio Willy, così gli assassini sono riusciti ad avere il reddito di cittadinanza: ora lo Stato rivuole i soldi

La Gdf chiede alla procura il sequestro dei beni: 27 mila euro in possesso di Marco e Gabriele Bianchi, di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia

I militari della guardia di Finanza chiederanno alla procura di Velletri di sequestrare i beni, pari a 27 mila euro, dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, di Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, i quattro ragazzi accusati di aver ucciso con calci e pugni Willy Monteiro Duarte nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorso a Colleferro, vicino Roma. Nel mirino della Finanza, la vita extralusso dei fratelli Bianchi. Foto a bordo di yacht, automobili, gioielli e orologi, nonostante fossero nullatenenti e avessero percepito il reddito di cittadinanza. Una somma di circa 33 mila euro quella percepita dai fratelli Bianchi e dai coindagati, Belleggia e Pincarelli.

Secondo quanto si apprende, i 4 avrebbero «omesso di indicare nelle autocertificazioni compilate, dati dovuti, creandosi in tal modo le condizioni per accedere al beneficio». Per questo la guardia di Finanza di Colleferro, dopo una serie di accertamenti, li avrebbe denunciati alla procura di Velletri. In totale, secondo quanto ricostruito dalla finanza, su 33.075 euro ottenuti dai denunciati ne devono essere recuperati 28.747. 

I Bianchi e Pincarelli, in questo momento, si trovano, come tutti i neo-detenuti, in regime di isolamento, nel rispetto  delle normative per il contenimento dell’epidemia da Covid-19. I loro legali hanno però chiesto che al termine dei giorni di quarantena possano accedere ad un regime di protezione all’interno del penitenziario. A motivare la richiesta le numerose minacce di morte giunte nei giorni scorsi, anche via social o attraverso telefonate minatorie, sia ai parenti degli arrestati che ai difensori. Al giudice e ai vertici del Dap, i tre legali hanno quindi chiesto di considerare i rischi legati all’arresto dei loro assistiti, per tutelarne l’incolumità e il loro «diritto a una giusta detenzione». La minaccia sembra essere concreta.

A temere per l’incolumità dei tre anche il garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia, che ritiene che i tre ragazzi di Artena possano essere «oggetto di attenzioni per così dire sgradite all’interno del carcere», in conseguenza dell’eco anche mediatica registrata in relazione all’uccisione di Willy. Per questo Anastasia si augura che la direzione del carcere valuti  «una adeguata forma dell’isolamento». 

EDOARDO IZZO – PUBBLICATO IL 18 Settembre 2020 su LA STAMPA