Save the children, in Italia 2.040 vittime di tratta: casi raddoppiati dal 2016

di Alessandra Paolini – 27 luglio 2021 – LA REPUBBLICA

L’81,8% sono donne, una su venti è minorenne: i dati del rapporto “Piccoli schiavi invisibili”. Raffaella Milani: “Le limitazioni causate dalla pandemia sono state trasformate in opportunità dai trafficanti che stanno utilizzando tecnologie e risorse della rete online per consolidare un vero e proprio sistema di traffico degli esseri umani”.

L’identikit di chi vive nel buio dell’indifferenza: minorenne, nella maggior parte dei casi femmina, figlia a sua volta di donna sfruttata, vessata, in molti casi busata. Anche lei “trasparente” agli occhi dei più.  È un quadro impietoso quello dipinto da Save The Children Italia che ha stilato il rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili – Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento”, in vista della “Giornata Internazionale contro la tratta degli esseri umani”. Un quadro dove emerge che nel mondo più di 1 vittima su 3, nel caso di tratta, non raggiunge la maggiore età e in prevalenza è di genere femminile. Una percentuale che, pur riguardando i soli casi giudiziari accertati di un fenomeno ben più vasto, è triplicata negli ultimi 15 anni. Ed è sempre più elevata nelle regioni a basso reddito (Africa sub-sahariana e occidentale, Asia meridionale, America centrale e Caraibi).

Ad amplificare il fenomeno anche lo scoppio della pandemia che ha impoverito e reso ancora più vulnerabile gran parte della gente, specie chi già era indifeso. Già prima dell’emergenza sanitari, la punta dell’iceberg costituita da 50.000 vittime accertate nel mondo indicava uno scenario allarmante; un quadro destinato a peggiorare per le conseguenze dell’emergenza Covid-19 che ha spinto in povertà nel 2020, 142 milioni di bambini e adolescenti in più. Nelle fasi acute della pandemia, le misure di contenimento hanno lasciato senza scuola 1,6 miliardi di bambini e bambine, con la grave conseguenza che 10 milioni tra i più vulnerabili potrebbero abbandonare l’istruzione ed essere così esposti al rischio di tratta e sfruttamento lavorativo o sessuale, di matrimoni forzati o gravidanze precoci, in particolare nei Paesi a più basso reddito. Secondo le stime, il solo sfruttamento lavorativo potrebbe inghiottire entro la fine del 2022 altri 8,9 milioni di bambini e adolescenti, per più della metà sotto gli 11 anni.

E giù con i numeri e le percentuali a raccontare l’orrore: a livello globale, la tratta a scopo di sfruttamento sessuale riguarda il 72% delle bambine e ragazze vittime, mentre la forma prevalente nel caso dei maschi è quella lavorativa (66%)”. Tra le regioni del mondo, comunque il numero più alto di casi accertati con vittime minorenni è quello rilevato in Europa occidentale e meridionale, con 4.168 minori vittime, in maggioranza maschi (59%).  
 
Ma il rapporto mette a fuoco anche la condizione di bambine, bambini, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento nel nostro Paese, specie ora  alla luce dell’impatto coronavirus. Lo scorso anno in Italia, sono state 2040 le persone prese in carico dal sistema nazionale Anti tratta. In prevalenza donne e ragazze (81,8%). Una vittima su 20, minorenne (105). I paesi di provenienza? La Nigeria (72,3%), seguita da Costa d’Avorio, Pakistan, Gambia e Marocco. La forma di sfruttamento prevalente, quello sessuale (78,4%), lavorativa (13,85). Lo 0,6 % delle vittime fa accattonaggio e l’1% è coinvolto in economie illegali. “Un elemento particolarmente allarmante – spiegano da Save the Children – e poco considerato riguarda le donne vittime di tratta e sfruttate sessualmente con figli piccoli, spesso anche loro nelle mani degli sfruttatori e trafficanti, costretti a subire o ad assistere alla violenza nei confronti delle loro madri”.

I casi sono quasi raddoppiati dal 2016 passando dal 6% all’11,6% sul totale dei casi presi in carico. Il sistema attualmente assiste 190 nuclei familiari. “I bambini figli delle vittime di tratta e sfruttamento – racconta Raffaela Milani, direttrice dei Programmi Italia – Europa di Save the Children – sono spesso prigionieri, con le loro mamme, di un circuito di violenza, ricatto e abuso che deve essere spezzato ad ogni costo. Le loro madri sono donne, anche giovanissime, che sono state ingannate, vendute, rapite. Che portano sulla propria pelle una serie ripetuta di violazioni subite in molti casi già nei loro Paesi d’origine, in situazioni di estrema povertà. Costrette anche qui in Italia a subire le peggiori condizioni di sfruttamento. Per questo occorre mettere in atto ogni misura per evitare che queste persone per sopravvivere corrano il rischio di ricadere nelle mani dei loro aguzzini.

Anche in Italia la pandemia ha peggiorato la situazione. All’inizio dell’emergenza si è registrato un calo delle denunce. Le reti criminali però non si sono fermate. Intensificando lo sfruttamento sessuale che dalla strada si è spostato indoor, nei posti al chiuso. “Le limitazioni causate dalla Pandemia – continua Raffaela Milano – sono state trasformate in opportunità da parte dei trafficanti, che stanno utilizzando tecnologie e risorse della rete online per consolidare un vero e proprio sistema di traffico degli esseri umani”.