Tutto già vissuto

Evan Ratliff, The New York Times Magazine, Stati Uniti – 10 dicembre 2021

Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2006 sul numero 669 di Internazionale.

Pat Shapiro è una donna di settant’anni piena di vita: aria elegante, capelli color argento e occhi azzurri molto vivaci. Vive con il marito Don in una casa coloniale a Dover, nel Massachusetts. Dopo 56 anni di matrimonio, la memoria a breve termine di Pat non è più quella di una volta. “La sua memoria a lungo termine, però, è molto precisa”, afferma Don. “Riesce a ricordare dettagli dei nostri viaggi in Europa di tanti anni fa che io non riesco più a ricordare”.

Ma circa un anno fa è successa una cosa strana. Pat Shapiro era in macchina davanti a un negozio con la figlia Susan, mentre l’altra figlia, Allison, era scesa a comprare qualcosa. Pat notò una donna e un bambino, che le sembravano molto familiari, salire sulla macchina posteggiata lì accanto. “Li ho visti anche l’ultima volta che sono stata qui”, osservò Pat, “Il bambino ha fatto esattamente gli stessi gesti”. Susan alzò gli occhi al cielo, trovando strana l’osservazione e anche che sua madre fosse stata in quel negozio di recente. Poi Pat notò un’altra donna, che fumava e parlava al cellulare. “C’era anche quella signora con la sciarpa, che fumava”, disse.

Questa volta Susan protestò. “Mamma, è improbabile che quella donna stia sempre qui nel parcheggio a fumare”. “No, erano qui anche l’altra volta”, insistette Pat. Non riusciva a ricordare esattamente quando era stata lì, ma era sicura di aver visto quelle persone. Sua figlia Allison tornò e mentre stavano ripartendo Pat notò due suore sul marciapiede: “Anche loro erano lì l’altra volta”, disse. “Mamma, ti senti bene?”, chiese Susan. “Sto benissimo”, rispose Pat. Più tardi Susan chiamò il padre per sapere se a Pat fosse già successo di riconoscere persone e posti che non aveva mai visto. “Oh, sì, ogni tanto succede”, rispose lui. Susan gli chiese se la cosa lo preoccupava. “Solo quando vuole convincermi che le cose sono andate in un certo modo”, disse lui.

In seguito Pat confessò a Susan di provare diverse volte al giorno una sensazione che a Susan sembrò simile a un déjà vu: una familiarità con un posto o una situazione nella quale non poteva essersi già trovata. Sosteneva di riconoscere i particolari di ristoranti in cui non era mai stata, e di tanto in tanto salutava dei perfetti estranei come se li conoscesse. Ma in quei momenti, Pat non aveva la sensazione di déjà vu. Le sembrava un ricordo vero e proprio. Qualcosa di reale.

Informazioni distorte
Fermatevi un attimo a ricordare quello che vi è successo ieri. Immagini e suoni cominciano a scorrere nella mente: le persone con cui avete parlato, i posti dove siete stati, quello che avete mangiato. Mentre ripercorrete la giornata, una scena si collega a un’altra e innesca una serie di immagini vivide. Come fate a essere sicuri che state ricordando le cose così come sono successe, senza alterare o inventare niente? Può sembrare una domanda stupida: in fondo voi c’eravate. Ma che cosa rende quelle immagini reali ai vostri occhi? Provate a inserire nella vostra giornata un ricordo completamente falso, magari quello di aver incontrato una persona famosa. Certo, riuscite a immaginarlo, ma non vi sembra reale. Come mai? Quando funziona bene tendiamo a non far caso alla nostra memoria. È solo quando ci viene a mancare o ci tradisce che cominciamo a riflettere sui suoi meccanismi. Il funzionamento della memoria è da secoli uno dei misteri inafferrabili della psicologia umana….

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