Cosa hanno in comune bitcoin e i terreni da Barolo delle Langhe 

6 giugno 2022 – lastampa.it

Gli ettari da vini pregiati piemontesi si sono apprezzati enormement negli ultimi dieci anni. Proprio come alcune criptovalute. Una lezione per comprendere il valore della scarsità, facendo attenzione a rischi e contraccolpi

Se penso a qualcosa che si sia apprezzato enormemente in questi ultimi dieci anni, mi vengono in mente due cose: gli ettari da Nebbiolo da Barbaresco e da Barolo nella Langhe, e il bitcoin.

Le due cose non hanno nulla in comune, salvo una cosa: sono entrambe una risorsa scarsa. Anzi, finita. Così come non ci saranno più bitcoin rispetto ai 21 milioni previsti dal protocollo, così non ci possono essere più ettari per produrre i due grandi vini rossi piemontesi rispetto agli esistenti.

Entrambi i beni esprimevano un valore sottostimato negli anni scorsi. Entrambi, agli occhi di vari esperti, risultano sovrastimati oggi ma per moti altri il loro valore non farà che crescere nei prossimi dieci.

Il valore della scarsità

Qualche sera fa alcuni investitori e soci di Anubi Digital mi hanno invitato per un aperitivo a Treiso, in uno dei posti più toccanti delle Langhe. Uno di essi, ad un certo punto, mi dice: un mio conoscente possiede alcuni ettari da Nebbiolo da Barolo ma il suo lavoro è un altro e non ha tempo e capacità per produrre il re dei rossi: gli dico di vendere tutto e comprare bitcoin?

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